Nel primo semestre dell'anno la raccolta del private debt si è ridotta in quanto le imprese preferiscono evitare di ricorrere al debito in una fase segnata da elevati tassi di interesse.
Nel primo semestre 2023, la raccolta del private debt in Italia ha subìto una riduzione del 22,9%, attestandosi a 316 milioni di euro rispetto ai 410 milioni dell'anno precedente, influenzata dagli alti tassi d'interesse che hanno scoraggiato le imprese dal ricorrere al debito. Anche il numero di operazioni è diminuito, passando da 137 a 68, sebbene la dimensione media degli investimenti sia aumentata, raggiungendo 1.328 milioni di euro. Nonostante un incremento del 10% nei rimborsi, il mercato mostra segni di rallentamento. Secondo l'Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt (Aifi), e Deloitte, il persistente alto livello dei tassi d'interesse e le preoccupazioni sul rallentamento economico suggeriscono che questo trend potrebbe continuare nella seconda metà dell'anno. Le operazioni di private debt sono state prevalentemente finanziamenti (50%) e sottoscrizioni di obbligazioni (47%), con un focus su buy out e sviluppo aziendale. Il settore pubblico, guidato dalla Cassa depositi e prestiti, ha dominato la raccolta, seguito da banche e fondi pensione. Nonostante le difficoltà attuali, la situazione dei default sembra rimanere sotto controllo, anche grazie alle garanzie pubbliche sui prestiti.
Fonte: We-Wealth e AIFI
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