Analisi di Banca d’Italia su Moratorie e garanzie pubbliche a favore delle imprese ai tempi del Covid-19.
Nel 2020 si sono interrotti il recupero della redditività e la riduzione dell’indebitamento, che avevano contraddistinto le società non finanziarie di tutte le aree del Paese nell’ultimo decennio.
Le moratorie e i prestiti assistiti dalla garanzia dello Stato hanno contribuito a fronteggiare il fabbisogno di liquidità.
Nel corso del 2020 il governo ha approvato alcune misure di sostegno alla liquidità delle imprese, tra cui la moratoria sui debiti bancari introdotta con il DL 18/2020 (decreto “cura Italia”) e il rafforzamento delle garanzie pubbliche sui finanziamenti previsto dal DL 23/2020 (decreto “liquidità”). Alla moratoria ex lege, riservata alle piccole e medie imprese, si è aggiunta quella promossa dall’Associazione bancaria italiana.
Le informazioni raccolte attraverso la rilevazione AnaCredit indicano che, alla fine del secondo trimestre del 2021, il 61 per cento delle imprese italiane aveva utilizzato almeno uno dei due strumenti, con quote lievemente più elevate nel Centro e nel Mezzogiorno (63 e 65 per cento, rispettivamente).
Vi hanno fatto ricorso in maniera più diffusa le aziende del terziario, soprattutto quelle operanti nel comparto dell’alloggio e della ristorazione, maggiormente colpite dalla crisi, e quelle di minore dimensione.
Tra giugno del 2020 e lo stesso mese del 2021 la quota di imprese beneficiarie di moratorie è progressivamente diminuita (dal 31 al 18 per cento), anche per la scelta di alcune aziende di riprendere il regolare rimborso dei prestiti.
La quota relativa ai beneficiari di nuovi finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche Covid-19 è invece aumentata di 25 punti percentuali: al termine dello stesso periodo ne aveva usufruito il 56 per cento delle imprese.
Alla fine del secondo trimestre del 2021 i finanziamenti in moratoria e quelli con garanzie Covid-19 rappresentavano rispettivamente il 10 e il 21 per cento dei prestiti totali alle imprese, con incidenze più elevate al Sud e nelle Isole.
Il ricorso all’indebitamento, più conveniente a seguito delle misure di sostegno, ha in parte riflesso la scelta delle imprese di accantonare fondi a scopo precauzionale.
Anche per effetto della netta contrazione degli investimenti, le disponibilità liquide delle aziende hanno registrato un forte incremento. Nel 2020 l’indicatore di liquidità finanziaria, definito dal rapporto tra le attività più liquide detenute presso il sistema bancario e i debiti a breve scadenza nei confronti di banche e società finanziarie, è cresciuto ovunque.
Nel primo semestre del 2021, in un contesto di ripresa dell’attività economica e di elevata liquidità delle imprese, i prestiti hanno rallentato.
Fonte: Banca d’Italia (L’economia delle regioni italiane – 4 novembre 2021)
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